
Per anni ci siamo posti una domanda tanto semplice quanto fuorviante: l’influencer marketing funziona davvero?
Una domanda legittima, certo. Ma mal posta. Perché parte da un presupposto sbagliato: che il successo di una campagna possa essere riassunto in un dato, in una percentuale, in un tasso di conversione.
Eppure, lo sappiamo: il valore che un creator genera non vive (solo) nei numeri.
I KPI sono diventati la comfort zone del settore
Reach, impression, CTR, engagement rate. Comodi, rapidi, leggibili. I numeri rassicurano. Ma rischiano di anestetizzare la strategia. Perché se guardiamo solo ciò che è facilmente misurabile, finiamo per ignorare tutto ciò che è realmente significativo.
E così, il creator viene trattato come un media e non come ciò che davvero è: un co-autore, un attivatore culturale, un alleato narrativo.
Il problema non è il dato. È cosa scegliamo di farne
Un contenuto ben pensato e ben realizzato con un creator può:
- Spostare la percezione di un brand.
- Rafforzare la fiducia e l’affinità.
- Innescare conversazioni, costruire reputazione, contaminare l’immaginario.
Nessuna dashboard lo racconta. Nessuna metrica standard lo misura davvero.
Per questo serve un cambio di approccio. Serve – oggi più che mai – una lettura olistica e culturale del dato. Perché la performance, da sola, non basta. Serve capire che tipo di impatto stiamo generando. Su cosa. Su chi. In che modo.
Serve un nuovo modo di misurare: nasce I.M.P.A.C.T.
In 40Degrees, la unit di influencer marketing di Openbox, ci siamo chiesti come passare dalla misurazione alla comprensione. Come restituire profondità a un lavoro che spesso viene raccontato in modo piatto. La risposta è diventata metodo: I.M.P.A.C.T. – Influencer Marketing Performance And Campaign Tracker.
Una metodologia pensata non per sostituire i dati, ma per riorganizzarli in una narrazione utile, consapevole e orientata all’impatto reale.
Tre livelli di lettura, un solo obiettivo: leggere il valore a 360°.
Standard
Il livello base, quantitativo. Organizza i dati di reach, impression, like, commenti, click, earned e owned. Perché senza struttura, nessuna analisi ha senso.
Efficacy
Qui iniziamo a scavare. Analisi semantica, sentiment dei commenti, topic emergenti, overlap di reach, Social ROI, EMV. Non ci limitiamo a quanto è successo, ma iniziamo a chiederci perché.
Effect
Il livello più profondo. Integriamo listening, web e social analysis, panel, survey e studio delle property. Per capire non solo cosa è successo, ma come è cambiata la percezione del brand nelle menti delle persone.
Perché oggi non basta misurare. Bisogna interpretare.
I dati da soli non bastano. Sono come una melodia senza armonia. È l’analisi che li trasforma in insight. È la lettura contestuale che li rende utili. È la strategia che ne fa valore.
E allora smettiamola di cercare l’impression perfetta.
Iniziamo a cercare la risonanza culturale.
Non chiediamoci solo “quanti click ha generato questa attivazione?”, ma “quale conversazione ha aperto, quale spazio ha occupato, quale immaginario ha contaminato?”
Perché oggi l’influencer marketing non è più (solo) performance.
È percezione. È posizionamento. È impatto.
E l’impatto, quello vero, va oltre la metrica. Va misurato con un approccio che tenga insieme numeri e narrazione. Metodo e sensibilità. Dato e cultura.
È da qui che si riparte.
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