Content Marketing 18 Luglio 2025

Belve Crime: quando l’audience non si limita a guardare (e le aziende farebbero bene a osservare)

By: Matteo Pogliani
Belve Crime

In un’epoca in cui l’audience non è più solo spettatore, ma nodo attivo di un sistema narrativo distribuito, Belve Crime si inserisce con forza in quel limbo affascinante e delicato tra televisione tradizionale e conversazione digitale

Per questo, con la unit di Insight di Openbox, abbiamo realizzato un report ad hoc, sfruttando tool e metodologie dedicate, parte integrante del nostro approccio data-driven. 

Un’analisi, quella su Belve Crime, che ci racconta, con dati che vanno oltre i meri numeri, di comportamenti, reazioni, valori.

Ma procediamo con ordine.

Un ponte tra media: dalla messa in onda al feed

18.100 mention, 2.900 utenti unici, 37.5 milioni di impression e 1.8 milioni di interazioni. Non sono semplici metriche di performance, sono coordinate culturali, indicatori di una narrazione che ha saputo trascendere il proprio spazio televisivo per diventare fenomeno pop.

Belve Crime analisi

È l’estensione conversazionale ciò che conta. Belve Crime non vive solo nello studio di Francesca Fagnani, vive nel commento di un utente su X, in una reaction TikTok, in un dibattito su Reddit. L’esperienza è aumentata, l’impatto amplificato.

E qui, il marketing dovrebbe fare un passo indietro e imparare.

Contenuti polarizzanti, audience ingaggiata

Il sentiment? Diviso. E non poteva essere altrimenti. Il 49% delle conversazioni è connotato da negatività – una quota importante, ma non allarmante se letta nel contesto di una narrazione true crime. 

A far discutere, in particolare, la figura di Bossetti e la scelta (coraggiosa o problematica?) di dargli spazio.

Ma è proprio questa polarizzazione a generare attenzione e coinvolgimento. Non un errore, forse una strategia. La controversia non è solo tollerata: è parte dell’architettura narrativa.

Francesca Fagnani ne esce, ancora una volta, come asset editoriale chiave. Una figura che trasmette credibilità, tono e identità. E che – cosa non scontata – viene riconosciuta e premiata anche a livello social.

TikTok, specchio dell’ecosistema

TikTok non è un canale “giovane”: è un termometro del presente. 141 video monitorati, 10.4 milioni di views, con una media di oltre 73.000 visualizzazioni per contenuto, e 977mila interazioni. È qui che Belve Crime si è trasformato in linguaggio, meme, contenuto derivato. Non replica della puntata, ma reinterpretazione sociale.

Belve Crime analisi

E le aziende? Dovrebbero osservare con attenzione.

Perché se oggi un programma come Belve Crime riesce a innescare questo tipo di engagement organico, non è solo grazie al format. È merito della sua shareability, della capacità di generare reazioni, stimolare opinioni, alimentare il dibattito. È ciò che ogni brand cerca nel contenuto: attivazione.

Chi sono davvero gli spettatori di Belve Crime?

L’analisi di Audiense completa il quadro con una profilazione precisa:

  • Italian TV Enthusiasts: pop, mainstream, social addicted. Aperti al contenuto e assetati di intrattenimento.
  • Journalist Life: informati, sensibili al contesto, abituati a contenuti complessi.
  • Italian Fan Culture: la generazione creator-native. Segue, commenta, partecipa.
  • Football Fans: un cluster inaspettato ma reale, a conferma della trasversalità del format.

Un’audience che si muove principalmente tra TikTok, Instagram, Twitch e Snapchat, che ama i contenuti di qualità ma non rinuncia all’intrattenimento, che cerca identità, immaginazione, espressione di sé.

Belve Crime analisi

E se il crime fosse solo un pretesto?

Il vero successo di Belve Crime non risiede nella cronaca, ma nel posizionamento: un racconto borderline che sfida le regole del linguaggio mainstream, le allarga, le stressa. Una televisione che si fa specchio, in certi casi inquietante, del presente. Ma anche un case study prezioso per chi lavora nel marketing, nella content strategy, nell’influencer economy.

Perché ci insegna che:

  • Non basta raggiungere le persone. Bisogna stimolare un’opinione.
  • Non basta essere presenti su TikTok. Bisogna essere condivisibili, replicabili, reinterpretabili.
  • Non basta avere un’audience. Serve conoscerla, capirne i valori, le paure, i bisogni.

Conclusioni: più che un format, un laboratorio sociale

Belve Crime è un progetto editoriale che funziona perché sa creare frizione. E in un’epoca di eccessiva levigatezza, la frizione è un valore. Il report di Openbox ce lo mostra chiaramente: il contenuto che genera polarizzazione (quando ben gestita) è quello che resta, che si propaga, che attiva.

E allora, per noi marketer, la vera domanda è: sappiamo costruire narrazioni con questo stesso grado di risonanza? Siamo capaci di trasformare un contenuto in conversazione, e una conversazione in impatto?

Se la risposta è no, Belve Crime ci offre un bel punto da cui ripartire.

Matteo Pogliani

Toscano di nascita ma lombardo di adozione, ho parlato prestissimo e non ho più smesso. Social media & Web strategist in Open-Box - Autore del primo libro italiano sul tema dell'Influencer Marketing

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